Parodontologia
Una delle primarie cause della malattia parodontale è dovuta all’accumulo di placca sui denti non rimossa, altre cause sono da ricercarsi nel fumo, nel bruxismo, nella predisposizione ereditaria.
Nella malattia parodontale le gengive sanguinano con possibile fuorisuscita di pus, sono gonfie, sono sensibili, vi sono problemi di alitosi (collegata alla paradentosi), nello stato di avanzamento i denti presentano mobilità e a secondo della gravità, questi potrebbero essere estratti o addirittura cadere da soli.
E’ importante eseguire un controllo almeno 1 volta l’anno (magari al momento che eseguite l’igiene orale in studio). Solo così si può diagnosticare sin dall’inizio la malattia parodontale, questa all’inizio è asintomatica, comincia a dare dei sintomi solo quando è in stato ormai avanzato e quando l’osso e la gengiva sono ormai seriamente compromessi. E’ importante come prevenzione, spazzolare correttamente e giornalmente dopo i pasti i propri denti ed eseguire dal proprio dentista, quando occorre, una igiene orale professionale in studio.
I meccanismi che provocano la malattia parodontale
La placca batterica e il tartaro sono i principali responsabili della malattia parodontale.
La Placca Batterica
E’ una struttura costituita da microrganismi, proteine polisaccaridiche, enzimi e materia inorganica, come il calcio e fosforo, che aderiscono al dente sopratutto depositandosi a livello del solco crevicolare. La placca si forma normalmente durante il giorno, per questo motivo è indispensabile toglierla: spazzolando almeno 2 volte al giorno i denti.
Il Tartaro
E’ una struttura dura e calcificata, originata dalla precipitazione di sali minerali contenuti nella saliva per azione di alcuni batteri. Si localizza prevalentemente allo sbocco dei dotti escretori delle ghiandole salivari
Il cavo orale alla nascita è sterile, ma già dopo 8 ore viene colonizzato dalla flora batterica . Tra i microrganismi e l’ospite si crea un equilibrio biologico e se tale equilibrio viene modificato (pH, umidità, temperatura, riduzione delle difese dell’organismo)alcuni batteri, moltiplicandosi, diventano patogeni.
Il Trauma Occlusale in Parodontologia
Il trauma occlusale, ovvero una eccessiva forza della masticazione applicata alla superficie occlusale del dente, è una evenienza frequente nel corso della malattia parodontale.
Esso può comportare, sopratutto se associato alla presenza di placca batterica, riassorbimento osseo con possibile compromissione della stabilità del dente.
Il risultato del trauma occlusale è costituito, oltre da un non corretto allineamento dei denti, anche da riassorbimento osseo e infiammazione gengivale.
La Prevenzione
L’accumulo della placca batterica a livello del solco o negli spazi interdentali determina, con il trascorrere del tempo, l’infiammazione dei tessuti parodontali; si evince quindi quanto sia importante una scrupolosa igiene orale.
Lo spazzolino: va usato con una particolare tecnica che è la seguente. Lo spazzolino va posto a 45° rispetto l’asse del dente e, con un leggero movimento vibratorio, si inseriscono le setole nel solco gengivale; poi, si effettua un movimento rotatorio partendo dalla gengiva veso il dente. La stessa operazione va eseguita sulle superfici sia linguali che vestibolari; su quelle occlusali, lo spazzolamento si effettua con un movimento in avanti e all’indietro.
Il filo interdentale: va fatto passare oltre il punto di contatto e, dopo averlo ripiegato, va spinto delicatamente nei pressi della pupilla interdentale: tale manovra deve essere effettuata sia nella superficie mesiale che in quella distale di ciascun dente.
Lo scovolino: è uno spazzolino di forma cilindrica o conica, intercambiabile e che viene inserito su un supporto metallico o di plastica. Esso è utile per la detersione degli spazi interdentali, ma sopratutto per la pulizia e il massaggio delle zone interdentali delle protesi fisse.
La Gengivite
Il termine indica una forma di infiammazione cronica, con fasi acute, che colpisce il tessuto parodontale superficiale. I segni clinici di gengiviti sono:
– Arrossamento;
– Edema e tumefazione:
– Facilità all’emorragia gengivale, spontanea e/o provocata.
Esistono diverse forme di gengivite, alcune delle quali hanno prognosi più grave.
Gengivite marginale:
Si nota un collare infiammatorio con arrossamento al colletto degli elementi dentari.
Gengivite in fase più avanzata:
Si notano, oltre all’infiammazione e alla presenza di tartaro, l’edema della gengiva e la sua tendenza a scollarsi dalla superficie dentaria.
Gengivite ulceronecrotica:
Si nota la grave compromissione dei tessuti gengivali, con tumefazioni e presenza di essudato purulento.
Ai primi segni di infiammazione è bene sottoporsi a una visita specialistica.
Lo Scaling
Questo termine indica la procedura di rimozione del tartaro depositato a livello sottogengivale sulla radice dei denti. La sua funzione è di rimuovere la placca e il tartaro depositati nelle tasche gengivali, riducendo l’infiammazione. Si esegue con ultrasuoni e strumenti a mano, chiamate curette.
Nei pazienti che presentano patologie parodontali, questa procedura è di fondamentale importanza e deve essere ripetura più volte all’anno, con frequenza variabile a seconda della situazione clinica soggettiva.
La Chirurgia Gengivale
Ha lo scopo di modificare la forma della gengiva aderente, eliminando le tasche presenti che non oltrepassino la giunzione mucogengivale e ricreando la forma ideale dell’architettura gengivale.
La Visita Parodontale
Il dentista nella visita inserisce tra gengiva e dente uno strumento graduato per rendersi conto se esiste una malattia parodontale e se si, la gravità di questa (non è un azione dolorosa).
Le fasi di questa malattia, partendo da un gengiva sana, sono queste:
- In un individuo sano, la parte superiore della gengiva è ben attaccata al dente, misurandolo con lo strumento questo è inseriribile per una profondità di circa 2/3 mm. non esiste alcuna malattia parodontale;
- Con l’avanzamento della malattia parodontale, questa profondità (misurata con l’apposito strumento) cresce. Più aumenta la profondità delle tasche, più questa patologia è grave.
Tramite una radiografia ci si può rendere conto della perdita dell’osso intorno ai denti.
Come Curarla
La malattia parodontale per guarire ha bisogno di essere trattata e curata il più presto possibile da quando è cominciata.
Il trattamento che il dentista esegue in questa situazione, è: una pulizia sottogengivale (scaling) e la levigatura radicolare. Tutti e due i procedimenti consistono nel togliere la placca e il tartaro sotto la linea della gengiva.
Il primo sistema (scaling) viene eseguito subito sotto la linea gengivale togliendo, con appositi strumenti, il tartaro che si è formato;
il secondo sistema invece, oltre che ad eliminare il tartaro sottogengivale, prosegue effettuando anche una levigatura delle superifici (in maniera che diventino liscie).
Questi procedimenti servono per favorire il riattacco della gengiva sul dente ma non assicurano la guarigione da questo tipo di malattia.
Dopo aver eseguito questi trattamenti il paziente dovrà recarsi dal dentista negli appuntamenti programmati, affinchè questo valuterà il decorso della malattia e la possibilità di effettuare altri tipi di trattamenti anche di tipo chirurgico, un aiuto alla cura della parodontite è il laser dental a diodi.
Sarà il professionista ad orientare il paziente sulla cura più adatta.
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